venerdì 9 giugno 2017

" Notiziario del compasso " ritorna a scrivere di se.


"Come la stella gialla per gli ebrei: leggi speciali contro tutti i Fratelli"

Parla Stefano Bisi, il Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia



"Come la stella gialla per gli ebrei: leggi speciali contro tutti i Fratelli"
«Tanto vale che ci mettano un distintivo giallo come agli ebrei, si farebbe prima». Il Gran Maestro del Grande Oriente d' Italia, Stefano Bisi, vuole sfidare tutti gli iscritti ai partiti e ai sindacati del Bel Paese ad avere lo stesso grado di trasparenza che esiste ormai da anni nella massoneria ufficiale che lui rappresenta, scrive il Tempo. E stigmatizza il progetto di legge 4422 di "Articolo 1 Mdp", i bersaniani per intenderci, con primo firmatario Claudio Fava, che è il vice della Bindi in Commissione antimafia, oltre che figlio del grande Giuseppe Fava, giornalista che dalla mafia venne ammazzato brutalmente a Catania il 5 gennaio 1984.
Cosa la impressiona nel testo di legge 4422?

«Che si mettono le basi per una legislazione speciale tarata sui massoni, anzi contro. E mi meraviglio che venga da gente di sinistra. Che forse non ha mai letto il più importante discorso di Antonio Gramsci in Parlamento, peraltro l' unico, in cui si diceva proprio che i segni di uno stato autoritario diventano inequivocabili quando si perseguitano gli aderenti alla massoneria. E alle libere associazioni in genere. Gramsci si starà rivoltando nella tomba per questo stillicidio persecutorio da parte della sinistra, anche dal Pd non solo da Mdp, di cui noi siamo oggetto senza alcuna colpa e senza alcuna difesa».

La legge si occupa dei politici e dice che devono dichiarare entro tre mesi dalla elezione la loro appartenenza a obbedienze massoniche. Lo tro va giusto?
«Premesso che i nostri elenchi e i nostri iscritti non sono segreti e che nel nostro regolamento non c'è alcunché di occulto, questo approccio legislativo è discriminatorio e consegna alcuni politici alla gogna».

La legge nel primo articolo è ancora più severa con i magistrati e gli appartenenti alle forze dell' ordine e in genere al pubblico impiego. In questi casi viene invocata l'incompatibilità.
«Trovo assurdo che si dubiti di un giudice massone e della sua imparzialità solo perché iscritto al Goi e non si provi lo stesso sentimento se iscritto ad altre associazioni, anche sindacali e politiche. La libertà di associazione vale per tutti, noi non siamo come Calimero, non ci sentiamo in colpa».
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