domenica 21 gennaio 2024

L’antico pianto.

 

 
L’antico pianto.

Ricordo quel pianto d'un tempo,
non l'ho scordato col passar degli anni
e, pur vecchio, ognor lo ricordo,
fino a che l'anima mia,
dal suo peregrinar di vita, farà ritorno.

Quel pianto
non fu ad infliggerti dolore
né la fame, né la sete,
né l’abbraccio più forte,
,ma, a volte, il contatto mancante.

Così tra noi, immersi nel nulla,
come un fiore, scendesti in questa terra:
fosti tu la nostra primavera
e fecero ingresso la luce, gli amori e gli odori
fra il tiepido calore d’un sole nascente .

Piangesti ancora alla vista di questo mondo,
dove l’insidia la fa da maestro
e dove l’uomo nasce e riceve il suo capestro
e non s’avvede che per anni
lo mantiene serrato al collo.

Quel pianto tornò sempre nel tuo cammino;
pensai :
servirà a fortificarti, a divenire un uomo.
Compresi …
era il pianto della vita.

Era il pianto delle vittorie
o delle sconfitte.
Così …nel tempo …
all’ antico pianto …
sostituisti la silente mestizia;

Soffrii turbato …
e, mentre il tuo cuore
grondava lacrime occulte,
avrei voluto entrare nella tua anima
e tergere le lacrime asciutte.

Oggi, dopo tant’anni,
alla mente mi torna quel pianto,
e, come nebbia,
fosco è il mio pensiero
che si antepone al ricordo.

Assorto … vorrei ascoltare allora
l’ultimo tuo pianto,
come quello d’un tempo,
per continuare a sussurrarti ancora:
non piangere figliolo, ti sto abbracciando.

Salvatore Casales

copyright