Era d'autunno
nel tempo dei fumaioli,
e dei nuovi odori.
Degli alberi ammantati di tinte colorate,
e di una luce
che la brina sulle foglie cristallizza
apparendo gemma di gran pregio … luccicante.
Era d’autunno …
l'odore delle caldarroste al foco,
che, inondando l’aere valli,
i sobborghi e le colline,
immerse in vapori sospesi,
che la sottile pioggia e la nebbia,
adombrava di mille sfumature,
nell’ idilliaco cammino verso l’inverno.
Era d’autunno …
Nel tempo del pungente mosto,
dal profumo inebriante
ch’effondeva armonia
nell’animo del contado,
mentre nelle case,
le famiglie facevano quadrato d’adunanza.
E’ d’ autunno …
anche per il vecchietto
che, ormai solo
e sul finir del suo tempo,
è pregio del primo gustar d’annata
e, nell’incerto andar
per ripide scalinate e tortuosi vicoli,
assapora, cammin facendo,
l’ultimo sorso di genio bacco,
elogiando la bontà di quel momento.
E’ in questo andar d’autunno
che ripensa all’ antica storia del suo passato,
al sentimento della gioventù … svanito.
Un tumulto interiore … lo pervade;
ricorda la sua famiglia …
che fra tempeste e vento,
parla, ride e vive in allegria,
nel tradizionale avvicendamento
del continuo divenire.
Risente l'odor di casa sua …
Rivede la calda catapecchia …
parvo cantiere della vita,
dalla quale ne sortì il maestro
che seppe, con umiltà e fatica,
tenere strette a sé … le lunghe redini
della propria esistenza.
Salvatore Casales.
venerdì 19 novembre 2021
copyright