sabato 25 aprile 2020

Amori acerbi !



Amori acerbi

Tremule e fragili parole …
sorrisi incerti accendono lumi,
si conquistano spazi.

Una mano sfiora la mano,
cuori trepidano d’incanto,
il reale si disperde nel nulla.

Sospiri e silenzi solitari
si mescolano nell’aria gelida,
fremiti ingenerano energia.

Una visione eterna del momento
risveglia un potere;
Prende vita … un amore.

Salvatore Casales
 


Autonomia e sovranità di una loggia.-

Autonomia e sovranità di una loggia.-

Una Loggia, direbbero gli inglesi, è “self-contained”, autonoma, riservata, completa in se stessa. È appunto unicamente se stessa. Non può fare altro lavoro che quello massonico, regolato da un rituale, da statuti e norme proprie della Corporazione.

Una Gran Loggia (o una Giunta esecutiva) non può “creare” una Loggia; piò solo permetterla, riconoscerla e ufficialmente approvarla e accettarla. Le Logge non sono un fatto di confezione; esse si formano nella parte interna, interiore, invisibile, attraverso un meccanismo umano sì ma complesso, sottile, fragile, elusivo. Si addensa il fenomeno là dove avviene la nostra autentica formazione di Massoni, nella dimensione interiore, iniziatica.

I passi necessari per costituire una Loggia sono noti e agevolmente rintracciabili nelle Costituzioni e Regolamenti delle varie Comunioni massoniche.
Ottenuta la Bolla di Fondazione la Loggia è “consacrata, dedicata, installata”.
“Consacrata” in quanto ogni cosa in essa è per usi massonici e nello stesso tempo ogni cosa è ufficialmente accettata per quegli usi;
“Dedicata” in quanto si dichiara che i locali devono essere usati esclusivamente per fini massonici;
“Installata” in quanto i suoi Dignitari e i suoi Ufficiali vengono debitamente insediati ai loro posti, dopo aver prestato un giuramento che li obbliga a soddisfare certi doveri.
Esiste una vasta giurisprudenza della Libera Muratoria, circa i diritti e i poteri di una Loggia che per comodità così raccogliamo dal Mackey:

Diritto a conservare la propria Bolla, se legittimamente posseduta (priva di essa una Loggia non può tenere sedute, conferire gradi, accettare membri, essere rappresentata in Gran Loggia. Dove poi – negli U.S.A. ad esempio – è riconosciuta dalla legge civile, essa protegge contro deviazioni all’interno e contro interferenze esterne, giacché una Loggia rappresenta solamente ed esclusivamente un corpo massonico, esercita il lavoro della Antica Muratoria Corporativa solamente ed esclusivamente, non ha autorità, né doveri, od obblighi nei confronti dei Riti – siano essi Capitolari, Ermetici, Templari o Scozzesi – né questi ultimi hanno autorità od obblighi in essa).
Diritto imprescrittibile di essere rappresentata in Gran Loggia (sono le Logge “costitutive” della Gran Loggia, poiché è solo in quanto ne fanno parte come membri che una Gran Loggia esiste; e in quanto Logge Costituenti posseggono appunto il diritto di essere rappresentate dai loro Maestri Venerabili e spesso da un Sorvegliante o da tutti e due).

Diritto di ammettere nuovi membri mediante iniziazione o mediante affiliazione (se una Loggia fosse un corpo separato e indipendente, libero di andare per la sua strada, e si trovasse in subbuglio per rivalità o a lottare per la sue esistenza, chiunque potrebbe soffocarla interrompendo l’ingresso di nuovi membri. Una Loggia è protetta contro questa possibile distruzione, proveniente da nemici o da circostanze, conservando appunto il diritto perpetuo e inalienabile di ammettere nuovi membri. (La Gran Loggia Madre del Mondo del 1717 tentò una volta una innovazione, approvando un articolo per il quale i Massoni potevano essere “fatti” solo in Gran Loggia, ma l’articolo venne annullato con la massima rapidità).

Diritto di scegliere i Dignitari e gli Ufficiali tra i suoi membri (questa è chiamata una “cornerstone”, una pietra angolare del sistema massonico poiché sembra evidente e inequivocabile che una Loggia ha la stessa assoluta sovranità nel suo àmbito e nell’àmbito della sua giurisdizione di quanto ne abbia una Gran Loggia nella sua. L’insieme dei membri rappresenta un corpo legislativo, s’intende entro una sfera limitata, ma è il Maestro Venerabile che dirige e governa, assistito dai suoi Sorveglianti e aiutato dagli Ufficiali. Nessuna Loggia è mai diretta stabilmente e governata dal Gran Maestro o dalla Gran Loggia. Si tratta di funzioni che non possono essere usurpate).

Diritto di insediare i suoi Dignitari (la cerimonia di installazione significa che il posto, i doveri, i diritti, e le prerogative di ciascun Dignitario – o Ufficiale – sono fissati e definiti statutariamente; che non possono essere emendati mediante discussione o alterati da votazioni o revisionati e alterati dagli stessi Dignitari e Ufficiali. Un Dignitario è un “titolare”;ha completa autorità nell’espletamento dei compiti della sua carica ma nessuna autorità per decidere quali sono i suoi doveri. Il suo giuramento è appunto nei riguardi del suo ufficio).

Diritto di compilare il suo Regolamento (gli articoli peraltro non devono violare i Landmarks e devono essere conformi ai deliberati della Gran Loggia. Poteri, diritti e doveri di una Loggia sono stabiliti dalla Costituzione e dalle deliberazioni della Gran Loggia: in tale àmbito la Loggia è libera e sovrana.)

Diritto di imporre tributi (è un Landmark il pagamento della quota, un Fratello può essere sospeso o espulso se rifiuta di farlo).

Diritto di votare per un certo indirizzo della Loggia (se nell’àmbito dei loro diritti e delle loro prerogative i membri votano appunto per un certo indirizzo, il Venerabile deve acconsentire e non può impugnare la decisione, ma quando agisce nell’esecuzione dei doveri inerenti la sua carica nessun richiamo può essere compiuto sul piano della Loggia. Se un Venerabile è colpevole di condotta scorretta, se trascura il suo ufficio, se agisce in modo di danneggiare l’esistenza o il buon nome della sua Officina, i membri possono ricorrere contro le sue decisioni o azioni seguendo le vie che ogni Costituzione indica).

Diritto della Loggia di scegliersi il nome.
Diritto di fissare e modificare l’ora e il luogo delle sue sedute.
Completa giurisdizione penale sui suoi membri o sui visitatori.
Non tutto sempre può essere ovviamente previsto o coperto da leggi e regolamenti. Il metodo della Libera Muratoria è quello di decidere secondo saggezza e intelligenza. Si può fare ricorso a un giudizio del Maestro Venerabile o delle Luci; si può mettere sul tappeto la questione e farla maturare attraverso la riflessione e la discussione; si possono consultare gli ex Venerabili o i Fratelli più esperti o più anziani; si può consultare il Gran Maestro o il Consiglio dell’Ordine (dove c’è); si può portare l’argomento all’attenzione della Gran Loggia; si possono compiere proficue e non accademiche ricerche nell’àmbito della letteratura massonica; si può dare una risposta temporanea, sperimentale, a titolo di prova. Nessuna Loggia, si pensa, resta su un binario morto per non aver rintracciato niente di sicuramente catalogato nelle costituzioni e nei regolamenti in vigore.
Walter De Donatis  (Lecce 29.05.1926 – San Cesareo di Lecce 11.05.2009)

IL TEMPO DELLE PRIMAVERE



Il tempo ... delle primavere

Ricordo quel tempo che mi fu si tanto caro,
cornice ... le tanti primavere
che, al solo pensier mi torna nella mente
l’odor ch’ognuna diede ai suoi fiori,
la luce ai colori ...
l’immenso gioir degli occhi
e lo stormir le rondini in volo
migrate nella stagione degli amori   
ad anellar nei cieli ... voli,
messaggi ... a magnificar la terra,
 e li mari e ... li omini ...
a donar loro la felicità de novi giorni.

Ecco perché quel tempo mi fu caro;
quando tutto era musica regnante ...
rincorrere spensiero,
l’albeggiar quegli anni,
e pregare l’Iddio delle grandi promesse
perché facesse vivere li omini
nel biancore de la innocenza,
con lo rigore del la regola,
con l'indulgenza del maestro,
con l'amore  di una madre.

Ecco perché quel tempo mi fu caro ...
che oggi mi rivedo cimento scalatore
della più alte vette,
che in cima non posi mai bandiera
e ... poi un viandante e ...
poi ancora un navigante
a combatter fra i marosi della vita ...
O ... a volte ... un cineasta che narrar vole
la commedia della vita
a de principali personaggi ...
ciascuno con la sua parte,
ciascuno con una storia da raccontar...
di risi colorati o di mesti pianti,
che celan per apparir distanti,
quando sono medesimi gli archetipi ...
interpreti e protagonisti della loro vita.

S.C.