Autonomia e sovranità di una loggia.-
Una Loggia, direbbero gli inglesi, è “self-contained”, autonoma, riservata,
completa in se stessa. È appunto unicamente se stessa. Non può fare altro
lavoro che quello massonico, regolato da un rituale, da statuti e norme proprie
della Corporazione.
Una Gran Loggia (o una Giunta esecutiva) non può “creare” una Loggia; piò
solo permetterla, riconoscerla e ufficialmente approvarla e accettarla. Le
Logge non sono un fatto di confezione; esse si formano nella parte interna,
interiore, invisibile, attraverso un meccanismo umano sì ma complesso, sottile,
fragile, elusivo. Si addensa il fenomeno là dove avviene la nostra autentica
formazione di Massoni, nella dimensione interiore, iniziatica.
I passi necessari per costituire una Loggia sono noti e agevolmente
rintracciabili nelle Costituzioni e Regolamenti delle varie Comunioni
massoniche.
Ottenuta la Bolla di Fondazione la Loggia è
“consacrata, dedicata,
installata”.
“Consacrata” in quanto ogni cosa in essa è per usi massonici e
nello stesso tempo ogni cosa è ufficialmente accettata per quegli usi;
“Dedicata” in quanto si dichiara che i locali devono essere usati
esclusivamente per fini massonici;
“Installata” in quanto i suoi Dignitari e i suoi Ufficiali vengono
debitamente insediati ai loro posti, dopo aver prestato un giuramento che li
obbliga a soddisfare certi doveri.
Esiste una vasta giurisprudenza della Libera Muratoria, circa i diritti e i
poteri di una Loggia che per comodità così raccogliamo dal Mackey:
Diritto a conservare la propria Bolla, se legittimamente posseduta (priva di
essa una Loggia non può tenere sedute, conferire gradi, accettare membri,
essere rappresentata in Gran Loggia. Dove poi – negli U.S.A. ad esempio – è
riconosciuta dalla legge civile, essa protegge contro deviazioni all’interno e
contro interferenze esterne, giacché una Loggia rappresenta solamente ed
esclusivamente un corpo massonico, esercita il lavoro della Antica Muratoria
Corporativa solamente ed esclusivamente, non ha autorità, né doveri, od
obblighi nei confronti dei Riti – siano essi Capitolari, Ermetici, Templari o
Scozzesi – né questi ultimi hanno autorità od obblighi in essa).
Diritto imprescrittibile di essere rappresentata in Gran Loggia (sono le
Logge “costitutive” della Gran Loggia, poiché è solo in quanto ne fanno parte
come membri che una Gran Loggia esiste; e in quanto Logge Costituenti
posseggono appunto il diritto di essere rappresentate dai loro Maestri
Venerabili e spesso da un Sorvegliante o da tutti e due).
Diritto di ammettere nuovi membri mediante iniziazione o mediante
affiliazione (se una Loggia fosse un corpo separato e indipendente, libero di
andare per la sua strada, e si trovasse in subbuglio per rivalità o a lottare
per la sue esistenza, chiunque potrebbe soffocarla interrompendo l’ingresso di
nuovi membri. Una Loggia è protetta contro questa possibile distruzione,
proveniente da nemici o da circostanze, conservando appunto il diritto perpetuo
e inalienabile di ammettere nuovi membri. (La Gran Loggia Madre del Mondo del
1717 tentò una volta una innovazione, approvando un articolo per il quale i
Massoni potevano essere “fatti” solo in Gran Loggia, ma l’articolo venne
annullato con la massima rapidità).
Diritto di scegliere i Dignitari e gli Ufficiali tra i suoi membri (questa è
chiamata una
“cornerstone”, una pietra angolare del sistema massonico
poiché sembra evidente e inequivocabile che una Loggia ha la stessa assoluta
sovranità nel suo àmbito e nell’àmbito della sua giurisdizione di quanto ne
abbia una Gran Loggia nella sua. L’insieme dei membri rappresenta un corpo
legislativo, s’intende entro una sfera limitata, ma è il Maestro Venerabile che
dirige e governa, assistito dai suoi Sorveglianti e aiutato dagli Ufficiali. Nessuna
Loggia è mai diretta stabilmente e governata dal Gran Maestro o dalla Gran
Loggia. Si tratta di funzioni che non possono essere usurpate).
Diritto di insediare i suoi Dignitari (la cerimonia di installazione
significa che il posto, i doveri, i diritti, e le prerogative di ciascun
Dignitario – o Ufficiale – sono fissati e definiti statutariamente; che non
possono essere emendati mediante discussione o alterati da votazioni o
revisionati e alterati dagli stessi Dignitari e Ufficiali. Un Dignitario è un
“titolare”;ha
completa autorità nell’espletamento dei compiti della sua carica ma nessuna
autorità per decidere quali sono i suoi doveri. Il suo giuramento è appunto nei
riguardi del suo ufficio).
Diritto di compilare il suo Regolamento (gli articoli peraltro non devono
violare i Landmarks e devono essere conformi ai deliberati della Gran Loggia.
Poteri, diritti e doveri di una Loggia sono stabiliti dalla Costituzione e
dalle deliberazioni della Gran Loggia: in tale àmbito la Loggia è libera e
sovrana.)
Diritto di imporre tributi (è un Landmark il pagamento della quota, un
Fratello può essere sospeso o espulso se rifiuta di farlo).
Diritto di votare per un certo indirizzo della Loggia (se nell’àmbito dei
loro diritti e delle loro prerogative i membri votano appunto per un certo
indirizzo, il Venerabile deve acconsentire e non può impugnare la decisione, ma
quando agisce nell’esecuzione dei doveri inerenti la sua carica nessun richiamo
può essere compiuto sul piano della Loggia. Se un Venerabile è colpevole di
condotta scorretta, se trascura il suo ufficio, se agisce in modo di
danneggiare l’esistenza o il buon nome della sua Officina, i membri possono
ricorrere contro le sue decisioni o azioni seguendo le vie che ogni
Costituzione indica).
Diritto della Loggia di scegliersi il nome.
Diritto di fissare e modificare l’ora e il luogo delle sue sedute.
Completa giurisdizione penale sui suoi membri o sui visitatori.
Non tutto sempre può essere ovviamente previsto o coperto da leggi e
regolamenti. Il metodo della Libera Muratoria è quello di decidere secondo
saggezza e intelligenza. Si può fare ricorso a un giudizio del Maestro
Venerabile o delle Luci; si può mettere sul tappeto la questione e farla
maturare attraverso la riflessione e la discussione; si possono consultare gli
ex Venerabili o i Fratelli più esperti o più anziani; si può consultare il Gran
Maestro o il Consiglio dell’Ordine (dove c’è); si può portare l’argomento
all’attenzione della Gran Loggia; si possono compiere proficue e non
accademiche ricerche nell’àmbito della letteratura massonica; si può dare una
risposta temporanea, sperimentale, a titolo di prova. Nessuna Loggia, si pensa,
resta su un binario morto per non aver rintracciato niente di sicuramente
catalogato nelle costituzioni e nei regolamenti in vigore.
Walter De Donatis (Lecce 29.05.1926 – San Cesareo di Lecce
11.05.2009)