Se … nel trascorso tempo
potessi io tornare …
papaveri rossi ti vorrei donare,
quei fiori di campo . . .
che spontanei e senza pretese,
hai detto di preferire
e che a primavera
incantano la natura di colori.
Se … nel trascorso tempo
potessi io tornare …
donerei la vita mia
per rivedere ancora,
i tuoi primi passi incerti
e riabbracciarti
come fosse la prima volta.
Osservare lo sguardo tuo infocato
dopo una lunga corsa
per ubbidire al mio richiamo.
Ma oggi, non è più quel tempo . .
. figliol caro
e . . . alcun oblio
ha toccato la mente mia
rivedendo ogni giorno
il tuo sguardo assorto . . .
riascoltando . . .
quel delicato saluto mattutino . .
.
e ancora più . . . mi par di
sognare
nel sentir la tua voce
mentre . . . cerco nel nulla la tua presenza.
E . . . allora che vorrei tornassi
nella tua materna casa . . .
come un tempo . . .
a chiamarmi ancora una volta . . .
a coinvolgermi nelle tue speranze
o . . . nei tuoi progetti
che nascevano in te
all’improvviso.
Se … nel trascorso tempo
potessi io tornare …
Vorrei . . . ascoltarti per un sol
minuto,
o semplicemente . . .
se Dio me lo concedesse . . .
trovarmi nel tuo luogo
si . . . da divenir della tua
serenità conoscenza,
quella che in vita t’è venuta meno
e che la dea cieca non ha
favorito.
Sai . . . ormai … manca poco . . .
e . . . l’inverno è già in arrivo
…
ed io . . . voglio giungere per
tempo
per tornare in quel luogo
ove nasce l’amore che ti ho
indicato.
Perciò . . . stammi vicino . . .
se puoi . . .
accontenta un vecchio ormai stanco
che . . . eppur .
. . fu gagliardo negli anni andati,
quando sentiva d’essere il re del mondo.
Non ricordi?
Fui io … a insegnarti i primi giochi;
fui io a stringerti a me
perché il calore mio si mescolasse
al tuo,
perché sentissi i battiti del mio cuore
e comprendessi l’amore …
quello vero . . .
quello che più . . . ci avvicina a
Dio.
Perciò . . . per tutto il tempo
che a me avrai dedicato …
per essermi rimasto accanto
anche un sol minuto . . .
ti invierò un bacio,
insieme al propizio vento,
perché giunga nel tuo tempo
là . . . dove non ci sono pene e amarezze,
là . . . dove non esiste
né il male né la tristezza;
Là . . . dove i papaveri
rossi
non sono fiori effimeri,
ma perenne bellezza della primavera !
Salvatore Casales ∴
sabato 4 novembre 2017
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