E il tempo ... E il tempo scorre, e lascia tracce, lascia ricordi, lacrime nascoste dietro l'ermetico silenzio. Silenzio che tutto asconde come tesoro in un forziere d'amore dove gelose giacciono parole non dette, che in eterno rimangono nell'animo. Salvatore Casales 26/05/2018 9:00 copyright
sabato 26 maggio 2018
E il tempo ...
martedì 15 maggio 2018
Da :i miei versi ... DI TE
Di Te . . .
Il pensiero di te,
vive nella tormenta;
penetra nel segreto della conoscenza,
vive la tua esistenza.
E ... come gabbiano ... che sorvola
acque azzurre
d’un mare calmo
in cerca del nutrimento dei suoi piccoli ...
così ... io ... con le ali aperte
tento voli nell’assoluto
in cerca d’infiniti spazi
dove tu possa aver trovato ...
nel segreto dell’universo ...
il sereno dell’ultima vita.
Salvatore Casales
domenica 29 aprile 2018
lunedì 26 febbraio 2018
mercoledì 31 gennaio 2018
Notiziario del compasso: Replica del Gran Maestro Stefano Bisi contro le esternazioni diffamatorie del sig. LUIGI DI MAIO del movimento 5 stelle.
Elezioni 2018 e massoneria, il gran maestro Stefano Bisi risponde a Di Maio.
Massoneria, la replica del gran maestro Stefano Bisi a Luigi Di Maio: "Noi ghettizzati"
ECCO LA REPLICA DEL GRAN MAESTRO DEL GRANDE ORIENTE D'ITALIA AL LEADER M5S LUIGI DI MAIO
Carissimo onorevole Luigi Di Maio,
ho sentito in tv e letto sui quotidiani le poco onorevoli e per me
aberranti e antidemocratiche parole che Lei ha pronunciato l’altra sera
alla trasmissione Otto e mezzo nei confronti dei massoni di cui mi onoro
di far parte e dei quali rappresento da Gran Maestro del Grande Oriente
d’Italia ventitremila fratelli. “Chi urla odio razziale, chi usa
espressioni omofobe, chi era iscritto alla Massoneria, chi nella propria
vita ha portato azioni indecenti, non si può candidare col M5stelle” ha
detto e poi con protervia ha aggiunto: “Abbiamo fermato anche altre
candidature in cui abbiamo trovato qualche anomalia; come per esempio,
di persone che erano iscritte al registro della Massoneria e quindi non
potevano starci”. Mi sono chiesto innanzitutto come un politico che
aspira a diventare il futuro presidente del Consiglio, e quindi a
rappresentare democraticamente e senza barriere precostituite, tutti gli
italiani possa usare in maniera irresponsabile e violenta, certe
affermazioni gratuite e discriminare con illogica ragione delle persone
che fanno parte di una Istituzione che ha avuto ed ha innegabili meriti.
Una scuola di valori che, probabilmente da Lei e da tanti altri del suo
Movimento viene vista e giudicata in maniera sbagliata senza averne mai
realmente studiato la Tradizione, la storia e le finalità volte al Bene
dell’Umanita’. Per fortuna per molti la Libera Muratoria rappresenta
anche oggi - e aggiungo più che mai visti i tempi che viviamo - uno dei
pilastri etici della nostra Società e della nostra Repubblica che ha
contribuito a fondare. Mi permetta subito di dirle che la vera anomalia e
il vero pericoloso razzismo l’ho visto nel suo estremo, immotivato e
irragionevole atto di accusa nei confronti dei massoni che vuole bollare
come impresentabili dimenticando certe norme scritte in modo
inequivocabile nella Carta Costituzionale Repubblicana. Lei
probabilmente dimentica, ma forse non sa affatto, che nell’ambito
iniziatico i liberi muratori non si occupano di questioni di politica o
di religione ma che nella loro vita privata hanno gli stessi suoi
diritti di partecipare alla vita pubblica della nazione e di occupare
ruoli istituzionali e rappresentativi. La nostra diversità è solo quella
di essere tolleranti e dialoganti, di essere uomini liberi e coscienti
di mantenere accesa la fiamma della Libertà, quella stessa fiamma che ha
consentito anche al suo movimento di esistere oggi. Le suggerisco di
leggere ogni tanto le parole dell’illuminista francese François-Marie
Arouet Voltaire che nel suo Trattato sulla Tolleranza scriveva e
ricordava saggiamente a tutti: “Disapprovo ciò che dici, ma difenderò
sino alla morte il tuo diritto di dirlo”. L’esatto contrario del suo
modo di escludere a priori noi liberi muratori. Perché si possono, e a
volte è anche giusto, avere opinioni e visioni diverse, ma non è
corretto proibire ad alcuno la partecipazione a qualsiasi consesso
civile e democratico. Qualcuno nel suo Movimento vuole anche ghettizzare
i massoni con leggi ad hoc e avalla infauste leggi fasciste che nel
1925 portarono alla persecuzione dei massoni. Sappia che noi non staremo
inermi a guardare il proliferare di certi incauti e discriminatori
comportamenti che non fanno e non dovrebbero mai fare parte non solo di
chi si candida a ricoprire importanti ruoli istituzionali ma di chi ha a
cuore la cultura della Libertà e la applica in tutte le sue forme più
alte.
Stefano Bisi
Fonte: http://www.affaritaliani.it/cronache/elezioni-2018-massoneria-il-gran-maestro-stefano-bisi-risponde-a-di-maio-522011.html?refresh_ce
Leggo e commento:
Si... credo, illustri lettori d'ogni censo e casta che si tratti di
masso-fobia, una autentica paura angosciosa, per lo più motivata dal periodo elettorale in cui ogni ciarla di cattivo gusto potrebbe sortire effetti dal candore politico.
Che possano pensare alla nostra esistenza ed al nostro
lavoro di massoni come preparatorio al paradigma di antistato? Non ci sono dati
che confermano questi timori ,ma sono certo che tanto disagio, la politica
comincia ad avvertirlo quando dietro il proscenio del teatro politico, cominciano
ad avvertirsi quelle diversità umane, sociologiche e culturali che ormai la
politica , da tempo ha perdute per strada, ponendosi ai cittadini, come padrona
di una gestione che una volta acquisita, come fanno i cani, tutto é di loro
dominio.
Ormai il Popolo italiano guarda alla politica, e a dir
poco ,non solo con sfiducia, ma come a soggetti appropriatori indebiti
che non tiene più conto di un Popolo che ormai é defraudato di quella libertà
che prima aveva di incidere come popolo sovrano e che oggi non possiede più.
Come ha bene citato il Gran Maestro dell'Ordine muratorio Stefano Bisi
, che bene ha fatto nell'esternare l'atto diffamatorio del politico Di
Maio che, in maniera irresponsabile e violenta, ha fatto uso di affermazioni
gratuite per discriminare con illogica ragione, dei soggetti che fanno parte di
una Istituzione - la massoneria del Grande Oriente d'Italia - che ha avuto ed
ha innegabili meriti ,ma che il giovane politico sconosce. Una scuola di valori
che, probabilmente da Lui e da tanti altri del suo movimento, viene vista e
giudicata in maniera sbagliata senza averne mai realmente studiato la
Tradizione, la storia e le finalità volte sempre al Bene dell’Umanità, nell'ultimo quarantennio si é guardato sempre con sospetto.
Allora io,illustri lettori d'ogni censo e casta, mi
chiedo, certamente disgustato assieme ai tanti fratelli della comunione massonica,
come può un soggetto come il giovane Di Maio aspirare alla carica di Capo del
Governo dell'Italia quando le sue esternazioni,vicine ormai alle consultazioni
elettorali, di già offendono i cittadini perbene. Per ciò, ritengo che lui non
può essere un soggetto da stare in politica e mi batterò perché la compagine
del "movimento 5 stelle" non abbia suffragi adeguati per
governare.
Soggetti politici che esternano considerazioni lesive
della dignità dei cittadini che hanno ideali e cultura diverse non possono
essere chiamati onorevoli. La politica di oggi degenerativa non va ascoltata né
considerata. Come non dovrebbe il sig. Di Maio essere né ascoltato né chiamato
a rappresentare quella fascia di cittadini che lavorano, che studiano che
onorano l'Italia con gli atti di solidarietà che prestano verso chi soffre.
Attraverso questa mia e univoca lagnanza ... il signor
Di Maio ... deve essere consapevole che ogni Libero muratore non resterà impassibile ,a
iniziare da me, a guardare al suo stupido quanto scadente comportamento diffamatorio
lontano da quello manifestato da quegli antichi uomini di così alta statura che,
nel tempo, hanno rappresentato i cittadini e lo Stato italiano. " Chi si candida,
egregio signor Di Maio, a ricoprire importanti cariche dello Stato,deve avere
un enorme rispetto di tutti i cittadini di cui non ne conosce le singole
identità ,le doti umane e culturali."
Sicuramente i massoni non siamo come voi politici , i nostri
guanti che indossiamo nei nostri ambiti istituzionali sono pieni di candore ,perché puliti e netti
dai vostri intrallazzi politici e di parte.
La nostra diversità è solo quella di essere tolleranti
e osservanti della Costituzione italiana , di essere uomini liberi,di buoni costumi e
consapevoli di mantenere accesa la fiamma della onestà e della dignità, quella stessa fiamma
che ha consentito anche al suo movimento di esistere, ma che da oggi,muovo perplessità perché scossa
dalle sue considerazioni.
Studi ... gentile?... Di Maio e ... parli con
concretezza nelle TV.,soprattutto sii consapevolmente corretto nell'escludere,
dall'elenco elettorale, quei massoni che fra l'altro... e da tempo ... calcano
i vostri ambiti portando in mezzo a voi onore e dignità ineludibili.
Aaronn é
Salvatore Casales
domenica 28 gennaio 2018
Il Maestro Venerabile ieri e oggi.
Il
Venerabile Maestro;
Sembrerebbe un appellativo tanto
reverenziale, quanto irritante, per chi non concorda la relazione con l’arte
della libera muratoria. Di certo c’è che, l’origine del titolo di venerabile
maestro, deriva da molto lontano con riferimenti che, nel tempo, pur esaltando e
attribuendole qualificazione, diventa funzione elevata di un soggetto, che
emerge per sapienza, maestria e saggezza, al vertice di una loggia che presiede
e governa.
Inevitabilmente è la storia ad avere
assegnato un tempo in cui s’intese elevare l’uomo a tale dignità che ha una sua
origine e un suo precipuo compito.
Non c’è alcun dubbio, epperò, che tal
epiteto si rifaccia a quell’arte regale per eccellenza che si volle essere
protetta dai re e dai potenti della terra che, in alcuni paesi come
l’Inghilterra e la Germania di allora e tuttora, é attribuita alla massoneria.
Arte Regale esercitata in un alone
misterioso, anche su mandato di vescovi e pontefici, che circondava le
corporazioni di quel tempo storico, (1300-1400) che, ebbero il precipuo scopo
di invadere l’Europa di quei simboli distintivi che rappresentassero il potere
indiscutibile del cattolicesimo, all’epoca contrastato dal protestantesimo
imperante.
Giova ricordare anche che fin dai tempi
di Autari, (584), già esistevano in Italia, le compagnie dei Maestri Comacini
che esercitarono l’architettura lombarda fino al tredicesimo secolo e che, assieme
ai monaci benedettini, insegnarono anche in altri paesi, la scienza e l’arte di
costruire quelle grandi cattedrali e i monasteri che a tutt’oggi ci mostrano, con
la loro testimonianza in uno splendore immaginifico, il potere del
cattolicesimo di quell’epoca.
Per ciò, avendo quei monaci assunto
varie commesse, bisognosi di personale sempre più numeroso, furono indotti a
educare e qualificare allievi anche fra i non religiosi.
Solo i monaci, precipuamente i benedettini,
così preposti all’insegnamento delle regole e dei primi elementi dell’arte, furono
chiamati venerabili in quando
sacerdoti e maestri perché i soli a
impartire l’insegnamento dell’arte.
Solo dal tredicesimo secolo in poi, gli
allievi lavoratori della pietra, fra i più che intesero l’arte, ma che in vero
avevano assunto la conoscenza della costruzione, stanchi di permanere
sottomessi ai loro capi monastici, si organizzarono in un organismo, facendo
proprie le regole di costruzione dell’arte gotica della quale, ne avevano
scoperto i segreti . (1)
Questo corpo nascente, epperò si
distinse dal precedente corporativismo perché i compagni, facenti le veci di
maestri, resero partecipi gli apprendisti , dei segreti dell’arte e,
ritenendoli uguali a loro, iniziarono a
chiamarli fratelli.
Questo nuovo gruppo di lavoro richiedeva
che i compagni più abili e cognitori dell’arte fossero incaricati di
sorvegliare e sovrintendere ai lavori più importanti e che divenissero così dei
vice maestri, addetti alla direzione limitata a determinati lavori. Il loro
insegnamento non era solo riferito all’opera tecnica della costruzione, ma
assumeva carattere morale e religioso. Una religiosità che, dagli adepti era
assunta autonomamente e che era riferita ai simboli tali da rientrare
nell’ortodossia cattolica.
Come dai capi mastro si sia giunti al
non facile titolo da conseguire, è
deducibile dal fatto che solo i più dotati intellettualmente e soggetti a
selezioni severe, solo dopo anni, erano gratificati ad assurgere alla dignità
di Maestro Venerabile.
Da tanto, ne derivò che dovendosi
conservare i segreti dell’arte dell’elevazione, agli aspiranti desiderosi di
intraprendere l’arte fu richiesto di essere uomini liberi e di buoni costumi. (2)
Liberi, di non essere costretti a
comunicare i segreti del mestiere, di buoni costumi, perché una vita disordinata
poteva condurre alla disarmonia del gruppo.
Nel determinarne le peculiari
caratteristiche, le corporazioni sorte di ogni loggia si diedero delle regole
in seno al gruppo di lavoro.
I Fratelli più capaci, in particolari
riunioni che si tenevano nelle logge, dai compagni vice maestri erano scelti
una volta l’anno per dirigere l’officina con il titolo di Maestro Venerabile.
Questi, a sua volta, era aiutato da due
vice maestri, che assumevano il titolo di sorveglianti, scelti fra i compagni
più esperti nell’arte della costruzione con il compito di sorvegliare il lavoro
degli apprendisti; Il primo sorvegliante d’istruire questi ultimi, il secondo
sorvegliante, di sorvegliare i compagni.
Questa, la più concreta motivazione che
si attribuì al titolo di “Maestro
Venerabile, ” designato per la sua età, viepiù per le sue competenze
tecniche, apprezzato per sapere dirigere l’opera e per imprimere quel concetto
d’uguaglianza, di fratellanza attorno al gruppo di lavoro, reso libero dai
condizionamenti di potere e di rivelare i segreti dell’arte.
L’evoluzione che l’istituto muratorio
ebbe, in epoca successiva, animato dalla volontà della sopravivenza, nel tempo,
mutò gli scopi iniziali (pedamentali) e formativi
della libera muratoria che, tradotti alla nostra conoscenza, sono riportati
in ogni testo, in cui ci é descritta la storia dell’arte delle grandi
costruzioni e dei rituali distinti per grado.
Nonostante, epperò, la Libera Muratoria
fosse stata soggetta all’evoluzione radicale del sistema, non mutò, nel tempo,
né venne meno il significato che si continuava a dare al titolo del Venerabile Maestro.
Ne fu testimonianza, insieme ai tanti
ordini susseguitisi, l’avvento dell’Ordine dei Templari. Nella loro storia, non
sempre chiara, si narra, come continuasse ad esistere la figura di un
Venerabile Gran Maestro eletto esclusivamente dai monaci, i quali gli tributavano
completa obbedienza e alcuno di loro poteva portare mutamenti alle leggi del
Maestro.
La società, intanto, faceva il suo corso
e il percorso dei muratori mutava repentinamente la propria filosofia operativa in quella speculativa, a causa
di molteplici motivi, dovuti alla carente acquisizione di nuove commesse.
Il direttore che sovrintendeva alla
costruzione di ieri … titolato a essere nominato Maestro Venerabile … ancora oggi,
permane essere quel soggetto scelto da una loggia che, per anzianità senno ed
equilibrio, sovrintende alla costruzione di un tempio.
Non c’è più l’edificio da costruire e/o
da restaurare materialmente, ma quello interiore da modellare nell’uomo che
aspira a tramutare in conoscenza l’azione, l’opera di restauro per il
miglioramento del proprio se e di quello dell’umanità.
Come in un tempo non definibile nella
sua interezza, ancora oggi, il collegamento con il passato muratorio definisce
sacra l’autorità del Maestro Venerabile.
Nella nostra epoca e, soprattutto nei
giovani, può far sorridere chi, effettivamente sconosce la realtà filosofica
della Muratoria, perché, un semplice adepto o un apprendista non ancora in
possesso degli arnesi dell’arte vede in essa un contrasto con i principi di
libertà, d’uguaglianza e di democrazia .
Solo chi ha maturato anni di lavoro, di
esperienze, di adattamento alla fraternità, ma soprattutto chi si è elevato,
iniziaticamente, vede nel Venerabile Maestro, quella figura pragmatica, giammai
vestita di un autoritarismo profano , ma d’un iniziato fra iniziati, nella
figura del quale, si concentrano quei valori e quei principi che egli esprime
come simbolo entro i confini dettati dai doveri e dai regolamenti dell’ordine
dei liberi muratori.
Egli pertanto é investito di una dignità
personale che gli conferisce poteri e prerogative.
Nell’azione del nostro tempo, il Maestro Venerabile ha funzione sacerdotale
e didattica; amministrativa e assistenziale. Si pone al centro della vita e
dell’organizzazione della loggia.
Subisce un’investitura attraverso la
quale il predecessore gli trasferisce un’influenza spirituale che solo uomini
in possesso d’una certa capacità misterica riuscirono a trasmettere da uomo ad
uomo, tanto che il tempo e l’uomo iniziato si è prestato quale mezzo di
collegamento di una catena d’unione che mai dovrà interrompersi per propria
volontà e tanto avviene attraverso il rito dal quale emerge il passaggio dei
poteri specifici della natura iniziatica muratoria da uomo ad uomo, dal maestro
insediante a quello insediato.
Sono questi poteri basilari di una
società iniziatica che ne costituiscono l’alter ego; cioè un altro se, una seconda
personalità all’interno dello stesso soggetto che utilizza il testimone
simbolico che gli è stato trasmesso.
Poteri che lo autorizzano a conferire
l’iniziazione, assieme alle due luci, di fare uscire dalla profanità l’uomo inscritto
nel cerchio della profanità e indirizzarlo nel suo perfezionamento interiore.
Il Venerabile Maestro, consacrato così a
tale dignità, è pronto a salire i sette gradini che lo indicano al suo scanno a
oriente e dal quale, con saggezza e con una visione collettiva della conoscenza
dei fratelli di loggia, li governa, imponendo loro la via da seguire e,
necessitandone il caso, la sua autorità.
Funzione alquanto difficile quest’ultima
perché non deve mai dimenticare di essere il primo fra pari e,
conseguentemente, agire in modo da ottenere da tutti i fratelli obbedienza che
non deve incidere sugli stessi e sulla loro sensibilità.
Egli è come un direttore d’orchestra che
decide sul miglior suono, amministra e governa, gli orchestrali, ma non è da
despota e, quando determinate situazioni emergono fuori dalla normalità ,si consulta
con le “Luci” e ,nei casi più gravi ,riunisce i fratelli nella camera di mezzo
pur rimanendo responsabile di ogni soluzione finale.
E’
ben noto che la massoneria è una scuola di vita e il M.V.le è il direttore di
questa scuola che oggi esprime non solo didattica, la migliore esecuzione dei
rituali, non solo l’adeguamento al continuo sviluppo, attraverso la ricerca,
della conoscenza esoterica e iniziatica, o della storia della massoneria ,ma
esprime l’armonia di un insieme solidale.
La
Massoneria è un’officina, in cui si forgia la statura del massone perché
trasmetta nel sociale, comportamenti adeguati d’un iniziato, d’un uomo libero
non soggetto a condizionamenti, in fede propriamente ai principi iniziali dei
primi costruttori dell’arte.
Il Maestro Venerabile, che oggi è a capo d’ogni singola loggia, non
ha solo ruoli istitutivi e culturali ma di attenzione a un proselitismo che sia
mirato verso uomini che hanno in desiderio di scrollarsi le scorie profane.
Cura
che gli aumenti di salario siano dati a fratelli meritevoli di avere bene
appreso l’arte, pone tutta la sua esperienza affinché nella loggia ogni atto
festoso non abbia a svolgersi con la solennità di una mera cerimonia, ma
esprima la solennità d’un rito essenzialmente iniziatico.
Egli é un iniziato, che materializza le sue
esperienze, esaminando, nel concreto, le attitudini dei fratelli, lo stato
comportamentale di qualsiasi stato di turbamento d’ogni fratello al fine di
alleviare le sue pene e perché il suo lavoro non produca nocumento all’Istituzione
muratoria o alla sua stessa costruzione interiore.
Soprattutto è un uomo il cui valore è
commisurato al processo di crescita interiore di tutti i fratelli che
esalteranno lo sviluppo e il distinguo di un’intera loggia di obbedienza,
quando serberanno di lui quella memore eredità che si mantiene solo per gli uomini
di desiderio, per quei Maestri che,
nel trasmettere amore, saggezza e umiltà, hanno prodotto così il bene dell’uomo
e dell’intera umanità; Progetto lusinghiero cui tende oggi la libera massoneria
nel mondo.
Nell’ordine
massonico Italiano, la
carica di M.V. è incompatibile con quelle di componente la Giunta del Grande
Oriente d'Italia di cui al successivo art. 34, di Consigliere dell'Ordine, di
Grande Architetto Revisore, di Ispettore di Loggia, di Giudice del Tribunale
Circoscrizionale e di Giudice della Corte Centrale (Art. 20 della Costituzione
dell'Ordine).
23
– 02 – 2014
***
(1)
A tale riguardo, giova ricordare come i massoni, a tutt’oggi e con
riferimento all’acquisizione dell’aumento di salario al grado di
“maestro,” fanno riferimento di tale
atto, riconducendolo alla leggenda Hiramita delle sacre scritture.
(2) Gli Old Charges, al III° Capitolo (relativo
alle Logge) dichiarano: Coloro che sono ammessi ad esser membri di una Loggia
devono essere persone di buona reputazione, compresi d’onore e di ragione, nati
liberi e d’età matura ed essere discreti. Essi non devono essere né schiavi, né
donne, né uomini che vivono senza morale o in modo scandaloso.
Bibliografia:
Consultati
i seguenti testi:
a) Il libro del vero massone di Ulisse Bacci;
b) Il ruolo del Maestro venerabile di Ottavio
Callego
c)
Rivista Massonica n.9 del 1976
del G.O.I.
d) Storia della Massoneria in Italia di Carlo
Francovich
e) Storia della Massoneria di Roberto Gervaso.
f) Il Maestro
Venerabile di Virgilio Gaito ex Gran maestro
del G.O.I.-
Salvatore
Casales ∴
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