martedì 26 novembre 2024
domenica 21 gennaio 2024
L’antico pianto.
L’antico pianto.
Ricordo quel pianto d'un tempo,
non l'ho scordato col passar degli anni
e, pur vecchio, ognor lo ricordo,
fino a che l'anima mia,
dal suo peregrinar di vita, farà ritorno.
Quel pianto
non fu ad infliggerti dolore
né la fame, né la sete,
né l’abbraccio più forte,
,ma, a volte, il contatto mancante.
Così tra noi, immersi nel nulla,
come un fiore, scendesti in questa terra:
fosti tu la nostra primavera
e fecero ingresso la luce, gli amori e gli odori
fra il tiepido calore d’un sole nascente .
Piangesti ancora alla vista di questo mondo,
dove l’insidia la fa da maestro
e dove l’uomo nasce e riceve il suo capestro
e non s’avvede che per anni
lo mantiene serrato al collo.
Quel pianto tornò sempre nel tuo cammino;
pensai :
servirà a fortificarti, a divenire un uomo.
Compresi …
era il pianto della vita.
Era il pianto delle vittorie
o delle sconfitte.
Così …nel tempo …
all’ antico pianto …
sostituisti la silente mestizia;
Soffrii turbato …
e, mentre il tuo cuore
grondava lacrime occulte,
avrei voluto entrare nella tua anima
e tergere le lacrime asciutte.
Oggi, dopo tant’anni,
alla mente mi torna quel pianto,
e, come nebbia,
fosco è il mio pensiero
che si antepone al ricordo.
Assorto … vorrei ascoltare allora
l’ultimo tuo pianto,
come quello d’un tempo,
per continuare a sussurrarti ancora:
non piangere figliolo, ti sto abbracciando.
Salvatore Casales
copyright
Ricordo quel pianto d'un tempo,
non l'ho scordato col passar degli anni
e, pur vecchio, ognor lo ricordo,
fino a che l'anima mia,
dal suo peregrinar di vita, farà ritorno.
Quel pianto
non fu ad infliggerti dolore
né la fame, né la sete,
né l’abbraccio più forte,
,ma, a volte, il contatto mancante.
Così tra noi, immersi nel nulla,
come un fiore, scendesti in questa terra:
fosti tu la nostra primavera
e fecero ingresso la luce, gli amori e gli odori
fra il tiepido calore d’un sole nascente .
Piangesti ancora alla vista di questo mondo,
dove l’insidia la fa da maestro
e dove l’uomo nasce e riceve il suo capestro
e non s’avvede che per anni
lo mantiene serrato al collo.
Quel pianto tornò sempre nel tuo cammino;
pensai :
servirà a fortificarti, a divenire un uomo.
Compresi …
era il pianto della vita.
Era il pianto delle vittorie
o delle sconfitte.
Così …nel tempo …
all’ antico pianto …
sostituisti la silente mestizia;
Soffrii turbato …
e, mentre il tuo cuore
grondava lacrime occulte,
avrei voluto entrare nella tua anima
e tergere le lacrime asciutte.
Oggi, dopo tant’anni,
alla mente mi torna quel pianto,
e, come nebbia,
fosco è il mio pensiero
che si antepone al ricordo.
Assorto … vorrei ascoltare allora
l’ultimo tuo pianto,
come quello d’un tempo,
per continuare a sussurrarti ancora:
non piangere figliolo, ti sto abbracciando.
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