Non son Solone che tuona sentenze.

domenica 21 gennaio 2024

L’antico pianto.

 

 
L’antico pianto.

Ricordo quel pianto d'un tempo,
non l'ho scordato col passar degli anni
e, pur vecchio, ognor lo ricordo,
fino a che l'anima mia,
dal suo peregrinar di vita, farà ritorno.

Quel pianto
non fu ad infliggerti dolore
né la fame, né la sete,
né l’abbraccio più forte,
,ma, a volte, il contatto mancante.

Così tra noi, immersi nel nulla,
come un fiore, scendesti in questa terra:
fosti tu la nostra primavera
e fecero ingresso la luce, gli amori e gli odori
fra il tiepido calore d’un sole nascente .

Piangesti ancora alla vista di questo mondo,
dove l’insidia la fa da maestro
e dove l’uomo nasce e riceve il suo capestro
e non s’avvede che per anni
lo mantiene serrato al collo.

Quel pianto tornò sempre nel tuo cammino;
pensai :
servirà a fortificarti, a divenire un uomo.
Compresi …
era il pianto della vita.

Era il pianto delle vittorie
o delle sconfitte.
Così …nel tempo …
all’ antico pianto …
sostituisti la silente mestizia;

Soffrii turbato …
e, mentre il tuo cuore
grondava lacrime occulte,
avrei voluto entrare nella tua anima
e tergere le lacrime asciutte.

Oggi, dopo tant’anni,
alla mente mi torna quel pianto,
e, come nebbia,
fosco è il mio pensiero
che si antepone al ricordo.

Assorto … vorrei ascoltare allora
l’ultimo tuo pianto,
come quello d’un tempo,
per continuare a sussurrarti ancora:
non piangere figliolo, ti sto abbracciando.

Salvatore Casales

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mercoledì 20 dicembre 2023

La città vecchia

 
 

La città vecchia.
 
Era in quel tempo
che, tra viuzze e cortili,
vissi la mia città
di stradine e vicoli chiusi
nei migliori anni della bella età.
 
Tutti conoscevano i nostri volti,
tutto nel vicinato era permesso
e, in ogni tortuoso vicolo, scorrazzando,
al nostro futuro
non pensavamo che strillando. 
 
Non era una multiunità abitativa
come quelle d’oggi
dove fra gli occupanti
dai visi pavidi e paonazzi
ogni divieto è ciò che conta. 
 
Dove … nelle forzate adunanze
amici improvvisati e finti,
cui ogni d’imperio è permesso,
fluttuano fra i piani
in cerca d’un conforto,
o pronti a tradire chi gli sta accanto .
 
Quella che visse
nel mio tempo … epperò …
fu tutt’altra gente;
sì … povera, ma tollerante,
che ci insegnò
ad essere onesti,
socievoli e timoranti .
 
In quel lembo di terra,
la gioventù quaggiù … visse
l’autentica fratellanza
che non era apparenza,
ma autentica parentanza.
 
Fra mille fiori, ornanti cortili e balconi,
quella gioventù crebbe sana e fra mille colori.
i nostri visi erano rosei,
le nostre ginocchia sempre sbucciate,
giammai ne uscì scalfito, il lamento,
e il nostro orgoglio infranto.
 
Ma oggi …
non é più quel tempo ...
tant'anni oramai sono passati
e a quei bimbi
se ne sono avvicendati tanti.
 
I cortili e quelle viuzze
da via San Francesco, a vicolo Marchese
o da via Santa Caterina a via Fornaia
sono divenute
ormai silenziose.
 
A tal veduta …
Oggi … mi si gela il cuore …
non echeggiano più nell’aria
le strida di quei ragazzi
pieni d’ardore;
 
molti sono ormai vecchi o albergano altrove,
mentre i muri e i loro sogni
intrisi di sudore …
aspettano che un vecchio ...
racconti la loro storia :
 
*Oggi … sono sceso
nella città vecchia …
Oggi … ho rivisto i miei anni …
i miei colori …
i miei compagni... ... ... *
 
Salvatore Casales
 
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sabato 1 luglio 2023

Dalle mie liriche : Vecchio

Vecchio.

E così … con il tempo
e lo sbuffeggiar del vento,
fra lacrime e sorrisi ,
i miei anni sono diventati tanti.
E' allor ... che lo core mio si rallegra
rimembrando quei leggiadri giorni,
in cui il pensiero futuro
era rincorrere orizzonti nuovi.
 
Ricordi … racchiusi in uno scrigno,
che apro alla mente
per rivivere il passato,
non per conto dare ad alcuno,
ma per ridisegnare il mio futuro.
 
oggi vivrò il presente
mettendo al centro del mio mondo
chi m’ha avuto un bene profondo.
 
Non sarò giammai il vecchio …
come vuolsi
che memoria antica ricorda…
come di chi scorda
del proprio ego la statura;
 
né di chi…
senza aver conosciuto se stesso
al nulla consegna la sua storia.
 
Non … arriverò
allo straordinario traguardo
vivendo dell’eretica solitudine
d’un virtualismo che scade
con la perdita della propria identità. 
 
Oggi … vecchio non è l’uomo;
è questa società che,
fraseggia ciarlando
d’aspirare al progresso
e accantona chi lo ha raggiunto,
nel grigiore della indifferenza.
 
Perciò , da Vecchio desio solamente …
d’essere un maestro aspirante
e, nel guardarmi dentro,
attonito e pensante. 
 
Non si é sopito lo spirito di un tempo
del giovane combattente.
 
Il carattere
non muta al diverso andamento,
né penso di adattarmi
alla contemporaneità dell’accadimento.
 
Non ho lagnanza
se l’uomo d’oggi
tenta di escludermi
dal protagonismo dilagante.
 
Non temo lo scalpitio
del rango giovanile
o lo svanire dei valori
e dei principi che,
in quest’epoca
si allontanano assieme al vento.
 
Io… non piango sulla mia vecchiaia ,
né provo agitazione
se la taglia del vestito
non è più la mia. 
 
Nulla mi cagiona malinconia
perché io …sono fiero del mio tempo
che ho conservato di quegli anni.
 
E … se la mia parola,
a volte, sottace …
nel confronto con i moderni,
tanto … non è paura
subire il contrasto pungente,
ma … non è meritevole,
il mio diritto penalizzante. 
 
Per tutto ciò …
io … rimango io...
Il pensiero finale della mia sera
é rivedere il sole che nasce.
 
Senza piangere sulle mie fragilità,
continuerò a misurarmi
con la dimensione dell’assurdo
sebbene le parole rumoreggiano
dentro l’uomo che ,da sempre,
ho cercato dentro.
 
Aspetto ogni dì … che nuovi soli e nuove stelle
mi diano calore e tanta luce
da potere desiare ancora
tutto ciò che dà senso alla vita. 
 
Così… oggi assisto ai miei anni,
alla vita che rimane
alla nuova condizione,
che oggi non guarda più
al tempo che mi resta,
ma è tenace
e orgogliosa del trascorso,
che memoria
ha decorato di dignità e conoscenza.
 
Salvatore Casales.
 
 
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