martedì 19 maggio 2009



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Lavorare salva la memoria
e allontana l'Alzheimer


ROMA
Lavorare salva la memoria, riducendo i rischi che il trascorrere degli anni finisca per rosicchiare i ricordi. Ne sono convinti gli studiosi del prestigioso King’s College di Londra, che servono un bell’assist ai sostenitori, per vari motivi, dell’innalzamento dell’età pensionabile. Ritirarsi più in là dal lavoro, restando saldi alla propria poltrona nonostante l’incalzare degli anni, terrebbe a bada il rischio di ammalarsi di Alzheimer, assicurano gli studiosi sulle pagine dell’International Journal of Geriatric Psychiatry.

Mantenere attivo il cervello, dunque, preserva i circuiti cerebrali dai segni del tempo. La prova arriva dal monitoraggio di ben 1.320 persone con demenza, di cui 382 uomini. Numeri alla mano, i ricercatori londinesi hanno mostrato che chi era andato in pensione più tardi aveva sviluppato la malattia più in là nel tempo rispetto a chi aveva lasciato il lavoro prima per godersi la sospirata pensione.

Secondo gli studiosi, dunque, continuare a lavorare fino a tardi aiuta a mantenere il cervello attivo tanto da ritardare la comparsa di demenza. «La possibilità che la riserva cognitiva di una persona possa essere modificata anche in tarda età - spiega John Powell, uno dei ricercatori impegnati nello studio - sostiene l’idea, un diktat per molti, dell’”usala o la perderai”. Mantenersi attivi nella vita anche quando si è più in là con gli anni - conclude - produce una serie di benefici per la nostra salute, non ultimo quello di ridurre il pericolo di demenza».

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